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martedì 13 gennaio 2015

Sonetto 35

"Non essere piú preso da pena per quello che hai fatto:
Hanno spine le rose, e fango, l'argentea sorgente:
Le nuvole e le eclissi intorbidano luna e sole,
Il cancro ripugnante vive nel bocciuolo piú tenero.
È umano commettere errori, ne commetto uno io stesso
Quando mi provo a discolparti facendo paragoni,
Corrompendo me stesso per porgere unguento al tuo male,
Scusando i tuoi peccati piú di quanto non converrebbe;
Poiché un senso vado trovando ai tuoi falli sensuali,
- Diventa tuo avvocato chi dovrebbe invece accusarti, -
Intento in piena regola una causa contro di me:
Tale guerra civile tra il mio amore e la mia rabbia infuria,
Che non posso non diventare complice necessario
Di quel dolce ladrone che acerbamente mi depreda."

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